martedì 29 marzo 2016

Gliumanirestanorestiumani


Ebbene sìììììììììì!!!!!! Forse qualcuno ha già capito che oggi parliamo di quattro giovini uomini delle nevi, provenienti di-ret-ta-men-te dalla Preistoria, che fortunatamente hanno avuto il buon senso di non chiamarsi Smilodon [!!!], MA



Come al solito non mi soffermo su chiccazzosonodadovecazzovengonocosacazzosuonano perché per quello c’è Wi… ci sono appositi siti web.
RED FANG: già visti dal vivo tre volte (o quattro?). Relativamente poche, lo so. Ma diiiiiiiiiio se mi hanno già spaccato il culo!!
lI grugno, l’aria da americananazzizoticoni poco curati igienicamenteparlando, le barbe, il sudore a fiotti che ci mettono sono veramente veramente apprezzabili. Soprattutto perché sembrano quattro giganti buoni, uno dei quali addirittura con gli occhialisfigatidasfigatoNERD. Hanno l’aspetto di quattro orsacchiotti ripieni di dolciumi che vorresti tenere nello zainetto mentre vai a scuola.
E invece! I testi dimostrano una sanguinarietà da grandi. Frasi come Cracking open skulls like cans of beans on Christmas Eve oppure  They will erase the human race/ Time to kiss your ass goodbye sono assoluta poesia, aforismi che vorresti scrivere sui biglietti d’auguri ai parenti.
Questi bevoni made in Portland (ecco, l’informazione mi è scappata. Scusa Wi…) colgono nel segno. Solamente tre album e già hanno acquisito a testa alta un “loro sound”, proprio come Lubiano Lisabue. Con la differenza che uno dei due lo aggrediresti alle spalle, arrotolandolo in un tappeto e mettendogli un calzino maleodorante in bocca per zittirlo da qui all’eternità.
C’è chi definisce i nostri orsetti “stoner”, altri li definiscono “stoner”, io personalmente li trovo piuttosto “stoner”. Solo il Wi… tedesco li esibisce come una US-amerikanische Sludge- und Stoner-Rock-Band. I tedeschi devono andare sempre sul pesante!
Comunque amici, gli album son tre ma qui c’è tempo per parlare solo di uno di loro.
E chi sarà il fortunello? Ovviamente…




Il primo album del gruppo, Red Fang. Si apre con il pezzo Prehistoric Dog: un pugno che da lontano ti arriva direttamente in faccia facendoti molto male. Il tiro è assicurato, amici. Il tiro di questo LP è come un testimone intriso di elettricità che da una traccia passa con commovente coordinazione alla seguente. Arriva infatti con esaltante prontezza il secondo pezzo, Reverse Thunder. Ed è qui, è qui, ascoltando i fischi appena udibili della chitarra al 49-50 secondo che inizia a salirti su per le gambe il demonio. Che ti prende la voglia di rovesciare tavoli, lanciare sedie, spaccare mandibole, pestare occhiali, dare anfibiate negli stinchi e tirare pugni a caso. Se poi c’è un pogo meglio.
Terzo pezzo, Night Destroyer, non mi fa impazzire. Quindi passo al quarto, Humans Remain Human Remains, che si distingue un po’ dal resto dell’album. Personalmente lo trovo molto bello. L’apertura sembra inizialmente un requiem che si trasforma poi in una cerimonia solenne in qualche parte della lontana Scozia. Mi piace la flemma della canzone. La sua lentezza. Il tempo che si trascina come in fin di vita e che alla fine muore. Devo dire che Sherman spacca i culi, suona il suo strumento seriamente, è convincente, è credibile… nonostante la maglia Who farted?.
Probabilmente è stato lui. Anche in America esisterà il proverbio de La prima gallina che canta
Good To Die. Se sei depresso e vuoi farti fuori questa è la tua canzone! Rende le cose più facili, il testo è quello che è, ma la musica è bella su. Versi poetici laddove parla dell’inverno e del tizio depresso che dovrebbe uccidersi con mezza dozzina di pillole. Sui 02:09 spicca un tapping stile thrash metal e poi l’interlude incazzoso, finalmente emerge la cattiveria del pezzo. Il tutto un po’ pesante forse. Infatti poi è piacevole ascoltare le chitarre di Birds On Fire. Parlo di quelle che partono dal 18 secondo, non quelle che aprono la traccia. Queste ultime in effetti con un po’ di fantasia sembrano i canti di uccellini… elettrici. Tempi dispari carini ma non è uno dei miei pezzi preferiti.
Segue Wings Of Fang. Spiacente ma i cori mi fanno cagare qui! Dal vivo tuttavia non fai di certo caso a queste puttanate. Dal vivo qualsiasi QUALSIASI pezzo è apprezzato, sul serio. Specie se la location è una specie di parco/bosco e loro suonano letteralmente nella polvere. Belli alcuni accorgimenti di batteria verso la fine. Però rimane il fatto che la voce di Giles non mi fa impazzire. Chiuso.
Riapriamo con quel gran pezzo di Sharks, ovviamente uno dei più pogati dal vivo. Gran tiro, largo spazio al basso, voce da vecchietto alcolizzato seduto in veranda sulla sedia a dondolo con lo schioppo in mano e due denti in bocca, uno dei quali d’oro.
Whales And Leeches, pezzo che darà il nome al terzo e ultimo album del gruppo. Pezzo che grattugia i culi, ritmo lento e cadenzato, sembra che i Red Fang ti stiano dando una lezione, ti stiano facendo la paternale perché sei un figlio ingrato. Al 01:38 minuto si smorzano un po’ i toni e la cosa mi piace, la chitarra si fa garante dell’intero brano accompagnata da cori appena percettibili. Bocche stoned emananti fumi mistici. Poi tutto risale verso l’alto e quella voce grattante torna a gracchiare la predica di prima. Il pezzo termina con un fischio punitivo.
Giungiamo così all’ultimo pezzo, Witness. Inizia da dio, strumenti che sembrano buttati lì, sapete, come se a Sherman cadessero le bacchette di mano, Giles e Sullivan ad un tratto non sapessero più suonare la chitarra e così via.
Al 40 secondo impiantano il file giusto nel cervello e diventano i Red Fang, iniziando a suonare in maniera veramente coordinata gli strumenti. Con un crescendo di tensione fino al minuto e 06 dove emerge la solita vocina di corde vocali lisciate dall'alcool.
Questo, diciamolo, è un po’ il pezzo-buttiamola-in-vacca dell’album. Cioè, il pezzo che guardi l’orologio, vedi che hai ancora giusto due minuti prima di dover prendere per forza l’auto e tornare a casa a cena dalla tua famiglia e prima che tua moglie s'incazzi e sputi fuoco dalla bocca e dal culo, quindi valà. Butti giù insieme ai tuoi compari, che ormai più che sudore evaporano lager, il famoso pezzo-buttiamola-in-vacca.
Ma ci sta. Ci sta. Non si può passare la vita a fare solo cose serie, e soprattutto mai fare incazzare una moglie.
Questi ragazzi sanno il fatto loro, soprattutto dal vivo. E soprattutto da quando Beam ha saggiamente deciso di tagliarsi quella scopa in saggina che aveva al posto dei capelli. 

Vi saluto.
And now I just want this day to end.

A voi, Ljapah
 
RED FANG - Red Fang / 2009 / Sargent House 

mercoledì 23 marzo 2016

La settimana santa ovvero lo split Sorhin/ecc. "To Give Death by the Sword of Christ!"

Ljapah, distrattamente: "Mmm, mi pareva di aver sentito le Sephirot muoversi..."
Carne e Sancio, con due posticci baffi bianchi: "Comecosa??"
C: "Ancora danno segni di vita?"
L: "Beh così pare..."
S: "Ma va, è fuori questione"
L: "Eppure qualcosa si è mosso, brüt dio, è evidente"
S: "Ma.. ma.. se abbiamo affogato la Shekinà nel suo stesso mestruo!"
L: "Bisogna prendere provvedimenti, a grattarsi i cojoni non si può stare"
C: "Io a R'lyeh non ci torno, di questa stagione è un pantano, pacciame ovu..
S: "Con la mia allergia poi... no non se ne parla..
C: "E la mensa? Da far tracimare i morti..
L: "Orca madonna, ma volete che ci ritroviamo con l'apocatastasi che bussa alla porta della redazione??"
S: "No beh..
C: "A sto punto..
S: "Dov'è la pompa per la merda?"
C: "Ma sì dio boia, come ai bei vecchi tempi! Pomperemo tanto di quel liquame nell'albero della vita da trasformare i suoi gangli in fontane!"
Ljapah, brandendo un tamburo da capovoga: "Adesso si inizia a ragionare, dai di braccia ragazzi, 'sta volta s'inzacchera pure Keter!"
Carne e Sancio, sudando come due obesi: "Acca dio, cosa non si fa per la gloria..."

Sorhin / Puissance
To Give Death by the Sword of Christ! (2002)


Che dire? Nella galassia di uscite pleonastiche che caratterizza il metallo nero e dépendance varie poche cose mi piacciono ormai. Visto che nel Black le portate principali, il dessert, il caffè, l'ammazzacaffè sembrano già tutti passati, uno si riduce a cercare le briciole rismaste al desco. Gli split danno spesso gioie insperate; certo da due, dico 2, tracce non mi aspettavo chissà che (ma il titolo mi incuriosiva). Difatti la seconda traccia "By the Sword of Christ" dei Puissance è una strumentale à la Summoning, piacevole ma nulla di che. Fortunosamente la prima è una killer track: con quel bouquet di bava alla bocca, rock 'n' roll, registrazione kvlt (scatologica), "To Give Death" dei Sorhin è emersa dalle malebolge svedesi per scempiare culi e incidersi nella memoria come uno dei parti più riusciti di quell'odio sbarazzino, e in fin dei conti molto orecchiabile, che si ritrova per esempio in certo NSBM (chessò fate voi, Ad Hominem e Satanic Warmaster direi). Insomma sti svedesi ce l'han fatta di nuovo a non annoiarci, peccato che lo split chiuda per il momento la loro blasonata (anche se stitica) carriera, che brighelle!

Lascivamente,

Sancio Mattanza

PS E ascoltatevi anche l'EP del '96 Skogsgriftens Rike, che oggi s'è fatto poco, lavativi!

Sorhin / Puissance - To Give Death by the Sword of Christ! / 2002 / Svartvintrans Productions