venerdì 19 gennaio 2018

Mein emMEnTAL essere nero come meine Seele: Tôtbringære

Francia, Polonia, Nord America, direi che non se ne esce, per ragioni a me sconosciute [ma che saranno presto indagate dagli arconti di Metalzov mediante cabala e seiðr] sembrano essere rimasti questi i baluardi di scene effervescenti legate alla nera fiamma. Uno potrebbe obiettare Finlandia, Germania, Grecia: ma non in senso proprio.

Ecco perché parleremo della Svizzera! Ma non di quei guasconi dei Bölzer o di quella vecchia trivella che si cela tra i Triptycon, bensì degli Ungfell: eminenti vaccari, adepti massoni e apprendisti stregoni a tempo perso.

Un debutto melodico: non nel senso delle tastierine (assenti) ma del riffing e delle sonorità, anche le urla sono piacevolmente sbarazzine, d'altro canto «il Demonio viene a cavallo di una giovenca e tra le sue fauci schiumanti ribollono jodel mefitici» ricorda il cardinal Ravasi commentando il katéchon paolino. I nostri arrapati butteri evitano quel prendersi troppo sul serio fatto di barbose tastiere siderali o ambient pezzotto e noia, noia, noia che cova in tante produzioni odierne. Possiedono affinità elettive con i Peste Noire, non nel settore braccia tese ma nell'approccio sanamente godereccio alla musica [senza copiarli, come fanno quei paraculi dei Baise Ma Hache].
E bon, basta analisi da seccapalle. Sintesi: album fresco, che nel black è tutto dire; intermezzi stranamente azzeccati tra canti, versi, arpeggi, fisarmonica; riff e ritmi che non fanno esplodere le emorroidi.

Rimane una domanda: dov'è l'oro degli ebrei cari amici svizzeri?
S. Mattanza

Ungfell - Tôtbringære / 2017 / Nessuna etichetta, indipendente

Disco di cui avverto la mancanza più si avvicina Febbraio

Leggendario.
(nel suo campo)
[e avevo voglia di postare la copertina]

Med hård kuk
S. Mattanza

Storm - Nordavind / 1995 / Moonfog Productions