venerdì 30 settembre 2016

Non drakkar, ma triremi! Macabre Omen - Gods of War - At War


Quando mi decido all'ingrato compito di dare l'antitarme al Chirone impagliato che teniamo nel boudoir della redazione, un caro ricordo di un safari in Arcadia, ma ora non lo si può più vedere: la parte sopra ricorda un lebbroso, la parte sotto beh...lasciamo stare... a ogni modo, si diceva: mentre striglio l'oscena carcassa mi convinco spesso che gli elleni, sotto sotto, se gli dicessero che i persiani sono alle porte non ci penserebbero due volte a smettere di usare l'ὅπλον come portafrutta e tornerebbero di corsa alle Termopili (e a incularsi).

L'album dei Macabre Omen ne è la degna prova. Non è facile in generale rigurgitare del Black di stampo epico che non sciolga le palle, inoltre è un sottogenere estremamente facile a saturarsi dato che, a meno di non usare massicciamente i synth (Summoning, Nazgûl, Caladan Brood, ecc.), ci si riduce a riff, arpeggi, ritmi e strutture che sono sempre quelli di ascendenza bathoriana, portati a una canonizzazione tnbm dagli imprescindibili Hades, e in parte innovati dai Moonblood.
Quest'album rivoluziona? No. È un problema? Mai stato! per questo genere, almeno. La musica dei nostri, originari di Rodi, strizza continuamente l'occhio alla Scandinavia ma lo fa dosando eccelsamente i tempi: vira di frequente da un cadenzato e marziale incedere a stacchi più rapidi e violenti, e non disdegna di abbracciare ritmiche danzerecce pagane. Per di più il disco avvampa di urli lancinanti a là dsbm, narrazioni corali e growl da battaglia, evitando per quanto possibile (data la dinastia di appartenenza) di essere prolisso. Ecco perchè, nonostante i numerosi rimandi di scuola, l'album è di una freschezza sorprendente, anche se forse non raggiunge i picchi di Meridies dei palermitani Legion of Darkness. Non mi tira il culo di Non avrebbe molto senso recensire traccia per traccia: sono tutte sopra la media e danno l'dea di fondersi tra loro come il sangue e la merda al lacerarsi degli intestini.
Devo avvertire però che deve piacere il sottogenere: se dico The dawn of the dying sun dovete per lo meno averlo barzotto, altrimenti può essere che Gods of War - At War faccia l'effetto di un pugno di Leonida che cala impietoso su di uno scroto incautamente appoggiato sul tavolo. O del seguito di 300.

Siccome è ora che vada a prendere lo sturalavandini, che principia il vero lavoro, lascio lì con le digressioni e vi abbandono alla cupa notte dell'anima da cui (aveva torto fra' Giovanni) non si esce, mai. Καληνύχτα.

Inzaccherato da innominabile icore,
S. Mattanza 

Macabre Omen / Gods of War - At War / 2015 / Vàn Records

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