Gente, eccoci
qua per la stesura del decimo nonché ultimo articolo di “Quel tipo è troppo
abbronzato”, la SPEZIALE rubrica estiva del team di Metalzov.
Oggi
parleremo di cadaveri e di occhi, e più precisamente dei Cadaver Eyes.
Duo
stranoforte, che pensate era ancora più stranoforte all’inzio quando era
partito come progetto one-man-grind dello sbudellante batterista David Opp. Non
ne ho ancor capito la provenienza, si vocifera nell’aria che siano israeliani.
In pratica
come funziona, funziona che questi due si mettono così: Opp allo scurone sul
palco che percuote con cattiveria i tamburi e urla cose incomprensibili che
graffiano le orecchie e arrivano a perforare il cervello, e l’altro elemento,
un certo Eran Sachs per gli amici Zax, che semilluminato da una sorte di luce
che non capisci se viene dall’alto del paradiso o dal basso dell’inferno si pone
esattamente di fronte al batterista però giù dal palco e maneggia con vigore e
maestria un no-input-mixer.
Vi dico
subito che l’atmosfera è molto cupa e lenta, siamo sul Doom piuttosto rumoroso
e a volte confusivo. Sembra di essere in un incubo oppure di celebrare una
funzione per lo zio Belzebù. È la musica che metteresti su a tua nonna quando
la vedi in giardino che tira il collo alle galline o scuoia dei conigli. O
ancora quando brucia i topi che restano incastrati sulla colla o taglia le
zampe alle rane.
Ho visto
gente debole di stomaco andarsene schifata a vomitare in un angolo la fagiolata
mangiata a cena. Ma io, io son rimasta. Secondo me sono da valutare bene perché
per essere in due e fare del Doom (poi con gli strumenti che hanno), ci stanno tutti.
Magari a Natale intanto che si mangiano i tortelli in famiglia.
Vi lascio un pezzo da sentire sul Tubo, ma come sempre se potete cercate dei live.
Au revoir,
passo e
chiudo.
Ljapah Signora Delle Tenebre
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