venerdì 10 giugno 2016

Propongo un brindisi al mio autocontrollo

Scusate la mia lunga assenza, amici e nemici. Il problema è che entro ed esco dal carcere in continuazione e là non mi permettono di utilizzare un computer, tantomeno internet. Perciò…
Oggi mi farò perdonare. Parlerò di un gruppo il cui nome è tutto un programma, come si suol dire.
MORPHINE
A parte essere una delle mie sostanze preferite con la quale solitamente faccio del dolore un piacere, è anche il nome di un gruppo formatosi a Boston nel ’90. La particolarità di questo trio è racchiusa negli strumenti utilizzati e, di conseguenze, dalla musica che ne esce.
La formazione vede infatti il contributo magnifico di un basso senza tasti e a DUE corde (GENIALE ORCO DIO!!!), sax baritono e batteria.
Vedete, non possiamo imprigionare i Morphine in etichette quali Low Rock o quel che volete, come qualche figlio di buona donna ha cercato di fare. Lo stesso frontman, Mark Sandman, alle varie domande giornalistiche stile Qual è il vostro genere? rispondeva con riferimenti surreali e apparentemente senza senso come Baritone Exprience (in riferimento a Hendrix) o Grunge Implicito. E io dico... Quanto CAZZO era geniale? CAZZO. E sfuggente. Forse una delle poche persone che non aveva tutto ‘sto bisogno di definirsi con etichette.
Possiamo comunque supporre, per facilitare le cose, che l’utilizzo del sax baritono dà ad alcuni pezzi l’aria elegante del jazz, ma che il basso da parte sua spazza via con i suoi slide tutti i virtuosismi-cagata che ci si potrebbe aspettare dal jazz con delle grattate blues prolungate sfumatamente dalla voce calda e piuttosto malinconica di Sandman.
L’album che vorrei consigliarvi è Cure For Pain comunque. Uscito nel ’93. Tredici tracce. La prima direi che è un’apertura perfetta. Rispecchia paesaggi desolati, che ne so, vecchi tristi e sdentati, bambini feriti, faccio vagare la mia fantasia malata fin a che… non inizia la seconda e meravigliosa traccia, la mia preferita dell’album: Buena. Suadente, compare la voce di Sandman, molto dinamica, mai cattiva e con parole pronunciate in modo strano, come se avesse i denti scheggiati. CHE FIGATA È?! E poi, nel rit. il sax fa un giro veramente sfacciato che riempie il pezzo di personalità senza eccedere e senza coprire mai la batteria, talmente leggera che sembra che Deupree la stia suonando con due stuzzicadenti.
I’m Free Now, pezzo che trovo onesto e trasparente. Soave… Come se fosse stato fatto per danzarci sopra fino a che non inizia All Wrong, che merita già solo per come inizia, con She had black hair like ravens crawling over her shoulders. FIGATA MAESTRA.
Candy, canzone ipnotizzante. Il sax che segue la voce, la voce che segue il sax. Ascolti questo pezzo e non capisci più niente.
A Head With Wings, Sandman era convinto di avere una testa con le ali e di vedere lontano. Aveva ragione a quanto pare. Ridondante ma non stancante il giro di basso, canzone alleggerita dall’assolo di sax e poi Sandman che torna a sostenere di avere la testa con le ali. Chiusura degna di nota, da locale jazz per grandi signori segretamente viziosi.
In Spite Of Me, FIGATA COLOSSALE. E qui compare il signor mandolino che rende il tutto adorabile e leggero. Sembra di volare insieme a Peter Pan nei cieli sopra l’Isolachenonc’è. Tenerissima questa canzone, mi fa VERAMENTE rammollire.
Thursday è la seconda mia preferita anche se… come dicevo In Spite Of Me è veramente BELLA. In Thursday il basso è talmente grattante e cattivo che te lo fotteresti (nel senso che volete voi). E la chiusura ragazzi è l’apice orgasmico che non ci si aspettava, come se i Morphine avessero perso ogni briciolo di pazienza e avessero deciso finalmente, dopo innumerevoli Thursday Thursday Thursday, di venire. Il sax che impazzisce diventando acutissimo e il basso che chiude come una tempesta quello che è sicuramente il pezzo più sexy dell’album.
Eeeeeee inizia così la traccia che dà il nome all’album, nonché quella che contiene una delle frasi più figherrime di tutti i tempi, I propose a toast to my self control. Questo pezzo forse è il più malinconico, sia nel testo che negli pseudo arpeggi eseguiti dalle dita calde di Sandman sulle sue adorate DUE corde. Bello l’effetto stonatissimo nello stacchetto pre-rit.
Mary Won't You Call My Name? pezzo musicalmente allegro, con una vena country. Solo a me ricorda un po’ Elvis quando la musica si ferma, eccetto il charleston, e Sandman ripete Mary Won't You Call My Name?
Let's Take a Trip Together, suadentissimo pezzo. Sembra di sentirlo in lontananza, anche se te lo spari nelle orecchie, dio cane. Che magia. Mi piace assai questo pezzo. Quella specie di bending che Sandman fa con il basso è come un rintocco incessante che ti accompagna mentre cammini con la tua croce sulle spalle… O con la scimmia, dipende da come uno prende la vita. Questo pezzo mi uccide. È BELLISSIMO. Voce ecoica… Sospiri… Sandman sicuramente sa come fare a portarsi a letto una o più donne.
E poi parte Sheila… che sembrerebbe parlare di una che si chiama Sheila e ha un gatto su cui esercita un grande potere. In realtà sospetto ci sia sotto ben altro. Pensateci, stronzi! Mica vi devo dire sempre tutto io.
E alla fine arriva Miles Davis’ Funeral. Minimale. Con la comparsa delle percussioni. Di una delicatezza infinita. Il disco così come è partito se ne va in modo fugace lasciandoti, devo dirlo, l’amaro in bocca. Un po’ ti ammazzeresti, perché è bello. Perché è suadente (oggi sto chiaramente abusando di questo termine). Perché è sensuale. Perché è triste. Perché è.

Ascoltatelo e non uccidetevi. Dovete prima ascoltare anche gli altri.

P.S. Sarebbe stato troppo banale parlarvi della fine dei Morphine. Ma sappiate che è una gran fine.


Con varia ed eventuale morphina in corpo,
Ljapah sfuggita alla gattabuia




Morphine – Cure For Pain / 1993 / Rykodisc



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